ɃḺϴɃ Giudecca

Laboratorio Culturale Autogestito

 
I cosiddetti nemici

Introduzione al ciclo Enemy

 

Dopo una lunga pausa invernal-carnevalesca, apriamo stasera la rassegna di Blob Giudecca intitolata "Il dito contro". Attraverso i 4 film scelti per questo ciclo, abbiamo pensato di richiamare l'attenzione su una tematica di scottante attualità: il nemico pubblico. Le 4 opere che saranno proiettate articolano il tema in quest’ordine: costruzione del nemico pubblico attraverso i fatti di cronaca, intensificazione della paura, istituzionalizzazione della paranoia e ripercussione della paranoia sulle vite degli altri dei cosiddetti "nemici".

Nel film d'apertura "Sbatti il mostro in prima pagina" vengono evidenziate molte tematiche, in particolare l'influenza dei mass media nella formazione dell'opinione pubblica. In momenti storici di crisi sociale o economica, la decisione di cosa mettere all'attenzione o all'ordine del giorno ha una valenza fondamentale non solo nell'attivare dinamiche di opinione e influenzare gli orientamenti collettivi, ma anche nell’indirizzare il dibattito politico sull'emergenza del momento.

In questo meccanismo di costruzione della paura ogni attore ha il suo ruolo specifico: i mass media individuano e producono la figura del nemico e giorno dopo giorno costruiscono abilmente un mondo di terrore e paura, sul quale i legislatori trovano poi un terreno fertile per ergersi a difensori dell'ordine e del bene pubblico allo scopo di legittimare le proprie future scelte legislative, assicurandosi così dei vantaggi sul mercato elettorale. Non mancano poi gli esperti, ospiti di qualsiasi programma di approfondimento e non, in cui snocciolano numeri, statistiche e pregiudizi che verranno poi ripresi dai giornali. Non è ancora finita...abbiamo l'amministrazione pubblica e giudiziaria, che perpetua nella prassi i pregiudizi imperanti rafforzandoli attraverso sanzioni giuridiche selettive; poi ci sono le polizie, o meglio oggi gli eserciti e le ronde, che grazie alla propria visibilità e all'azione repressiva accrescono la percezione della minaccia stessa, confermando la necessità di un'azione immediata e risolutiva;

e alla fine ci siamo noi... attori o pubblico? attivi o passivi? senz'altro coinvolti nel discorso sicuritario;

 

e per poterlo comprendere meglio vorrei proporvi alcuni passaggi tratti dal testo di Bigo intitolato "Sicurezza e immigrazione"

"Il discorso sulla sicurezza, qualunque sia il suo obiettivo, comincia con un gioco retorico (...). Si tratta di convincere la gente che il pericolo è già qui, nel futuro prossimo, e che se non si fa nulla per ristabilire l'orine morale e sociale tutti saranno responsabili del caos che seguirà. Il sistema funziona (...) turbando e inquietando la popolazione per poi meglio "sicurizzarla" (...). Ogni professionista della sicurezza ha un interesse a promuovere la paura del futuro, a giocare sul malessere e sulla sofferenza sociali per mettere a frutto il proprio repertorio di saperi in materia di rassicurazione, di protezione, di prevenzione. (...) Ovvero, nel caso dello stato, per legittimare il proprio ruolo di difensore della società costituendo un avversario, vale a dire un nemico interno".

 

 

 
 
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