"Certo ammetterete che la parola Patria è stata usata male molte volte. Spesso essa non è che una scusa per credersi dispensati dal pensare, dallo studiare la storia, dallo scegliere, quando occorra, tra la Patria e valori ben più alti di lei. (...) E poi dovrete spiegarci chi "difese" più la Patria e l'onore della Patria: quelli che obiettarono o quelli che obbedendo resero odiosa la nostra Patria a tutto il mondo civile? Basta coi discorsi altisonanti e generici. Scendete nel pratico. Diteci esattamente cosa avete insegnato ai soldati. L'obbedienza ad ogni costo? E se l'ordine era il bombardamento dei civili, un'azione di rappresaglia su un villaggio inerme, l'esecuzione sommaria dei partigiani, l'uso delle armi atomiche, batteriologiche, chimiche, la tortura, l'esecuzione di ostaggi, i processi sommari per semplici sospetti, le decimazioni (...), una guerra di evidente aggressione, l'ordine di un ufficiale ribelle al popolo sovrano, la repressione di manifestazioni popolari? Eppure queste cose e molte altre sono il pane quotidiano di ogni guerra."
Don Lorenzo Milani
La guerra che verrà non è la prima.
Prima ci sono state altre guerre.
Alla fine dell’ultima c’erano vincitori e vinti.
Fra i vinti la povera gente faceva la fame.
Fra i vincitori faceva la fame la povera gente egualmente.
Bertold Brecht
La guerra coloniale di ieri e di oggi. Le sporche manovre dell’intelligence nella decolonizzazione.
L’ultima guerra a Venezia. La resistenza in laguna durante l’occupazione nazista della città.
La guerra, l’occupazione straniera e la resistenza nella vita quotidiana del popolo.
La sindrome del reduce. Ovvero, la guerra può essere un mestiere?
Guerre, interessi e vittime innocenti.