La vita in fabbrica tra luci della modernità, coscienza di classe e realtà nociva. La fabbrica stessa come luogo imprescindibile di identità e allo stesso tempo ambiente ostile alla vita e alla socialità. Si può forse amare il proprio lavoro alla catena di montaggio? E... si può lavorare per trent'anni in un luogo senza viverlo?
La storia di un lavoro che brucia la vita e però definisce anche la sfera della vita comunitaria, dell'identità. L'eterno conflitto tra identità operaia, nocività di fabbrica e sfruttamento. Tre operai raccontati attraverso la loro lotta per il lavoro che diviene lotta per l'umanità e di resistenza.
Con lo spegnimento lento di Marghera avanza anche nelle zone limitrofe la città d'arte, la deindustrializzazione. L'identità stessa di tre generazioni di operai è messa in discussione. Un documentario che racconta la parabola del polo industriale e della resistenza operaia.
Intervengono l'autrice, alcuni ex operai che presero parte al movimento contro la nocività negli anni '70, e il prof. Ferruccio Gambino, docente di sociologia del lavoro all'Università di Padova.
La fabbrica e i suoi ritmi sono messi in discussione dal '68. Gli studenti si accalcano ai cancelli e invitano alla rivolta. Il duro conflitto interiore di chi vorrebbe sfuggire alla catena di montaggio e nello stesso tempo deve dare risposte concrete ai bisogni e alle esigenze del proprio tempo e della propria classe sociale.
Interviene la prof. Maria Turchetto, docente di Storia del pensiero economico all'Università di Venezia.